Infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale e mortalità ospedaliera


Gli effetti dell’infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale sui risultati clinici dei pazienti non sono stati completamente compresi. È stato condotto uno studio per determinare l'impatto indipendente dell’infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale sulla mortalità ospedaliera, dopo aggiustamento per la natura mutevole nel tempo dell’infezione e rischio di mortalità al basale al momento del ricovero in ospedale.

Questo studio osservazionale retrospettivo ha utilizzato i dati provenienti dal database dell’Ottawa Hospital ( Canada ).

Sono state utilizzate analisi stratificate e il modello di regressione multivariata di Cox per i rischi proporzionali per determinare se l’infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale fosse associata al tempo di decesso in ospedale.

Sono stati inclusi nello studio in totale 136.877 ricoveri.
L’infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale è stata identificata in 1.393 casi ( rischio totale per il ricovero 1.02% ). Il rischio di infezioni nosocomiali da Clostridium difficile è notevolmente aumentato in concomitanza con l’aumento del rischio di mortalità al basale: dallo 0.2% al 2.6% dal più basso al più alto decile di rischio al basale.

L’infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale ha aumentato significativamente il rischio assoluto di morte in ospedale in tutti i decili di rischio al basale ( aumento assoluto raggruppato 11% ). L’analisi di regressione di Cox ha rivelato un aumento medio di 3 volte nel rischio di morte associato all’infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale; questo rapporto di rischio è diminuito con l'aumento del rischio di mortalità al basale.

In conclusione, l’infezione da Clostridium difficile acquisita in ospedale è stata associata in modo indipendente ad un aumento del rischio di mortalità ospedaliera. In tutte le stratificazioni di rischio al basale, ogni 10 persone che avevano contratto l'infezione, 1 paziente è deceduto. ( Xagena2010 )

Oake N et al, Arch Intern Med 2010; 170: 1804-1810


Inf2010



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